FESTA DELL'ALBERO GUARDAMIGLIO
Dai ragazzi della secondaria di Guardamiglio:
Un albero, solo un albero
Che cos’è un albero? Sembra molto semplice: solo un albero. Se ci pensiamo l’idea e
l’immagine di albero fa parte di quei concetti elementari che si imparano subito
quando si è molto piccoli, come cane, gatto, mucca o pollo. Quanti di noi alle
elementari hanno disegnato alberi? Quanti di noi hanno svolto lavoretti sulle loro
foglie, sul cambiamento dei loro colori durante i 365 giorni dell’anno? Immaginarsi
un’infanzia senza l’idea di albero è pressocché impossibile, soprattutto per noi adulti
e ragazzi di campagna che abbiamo avuto la possibilità di vivere la nostra
fanciullezza in un territorio rurale; non abbiamo giocato solo sugli scivoli o sulle
altalene, ma abbiamo giocato con gli alberi: salendo sui tronchi, progettando casette
e capanne, utilizzando i rami caduti come se fossero spade. Con gli alberi noi ci
siamo cresciuti.
E ci sono cresciuti i nostri i nonni e ci cresceranno i nostri nipoti: addirittura forse i
nostri nonni hanno giocato con lo stesso albero con cui abbiamo giocato giusto
l’altro ieri, forse i nostri nipoti accarezzeranno lo stesso tronco su cui proprio oggi
poseremo la mano. Gli alberi possono vivere molto a lungo: duecento, trecento,
cinquecento anni, addirittura alcuni possono vivere per diversi millenni. Sul nostro
territorio esistono alberi che hanno visto interi periodi storici: hanno visto i conflitti,
le guerre, lo spostamento delle truppe dei lanzichenecchi. Alcuni alberi in Italia,
hanno addirittura visto l’impero romano.
Questi alberi sono i monumenti con cui la natura omaggia se stessa e il mondo:
radici profonde nelle viscere della terra, tronchi robusti, in certi casi incredibilmente
ampi, fronde che si stagliano nell’alto: gli alberi riescono a mettere in contatto noi e
la terra con l’immensità del cielo e del creato, sopravvivendo ai tumulti del suolo e
alle tempeste del mondo.
Un albero, per noi che inizia ad essere qualcosa di più di solo un albero, è tutto per
un altro essere vivente: è la tana di uno scoiattolo, è il nido di un gufo, è la casa di
una famiglia di gorilla all’Equatore. Gli alberi garantiscono la biodiversità,
permettendo a quel mosaico di vite che abitano il pianeta terra, di comporsi e dare il
loro incredibile spettacolo.
Ma gli alberi riescono ad essere ancora più di questo: ci permettono di respirare.
Catturando l’anidride carbonica emessa nell’atmosfera e trasformandola in
ossigeno, svolgono una funzione cruciale all’interno dell’ecosistema mondo,
permettendoci, sostanzialmente, di vivere. È ormai chiaro: senza alberi, noi non
esisteremmo.
La giornata dell’albero quest’anno si incrocia con un record curioso: proprio qualche
giorno fa gli abitanti del pianeta terra hanno raggiunto gli 8 miliardi: una crescita
esponenziale se contiamo che nel 1950 e nel 2010 eravamo rispettivamente 2,5 e 7
miliardi. Più siamo e più saremo, più consumiamo e più consumeremo: gli alberi
riusciranno a stare dietro alla nostra crescita? Nel 2021 si calcolavano 3 trilioni circa
di alberi; ma si calcola anche che ogni anno vengano abbattuti 15 miliardi di alberi,
senza contare poi gli incendi che devastano la vegetazione nelle estati sempre più
torride.
Agricoltura, allevamenti intensivi, raccolta di legname, produzione di olio di palma
minacciano la sopravvivenza dei polmoni verdi del globo, garantendo per noi beni e
risorse utili per il breve periodo, ma purtroppo insostenibili e dannosissime per il
futuro del mondo. Disboscamento e incendi significano intensificazione dell’effetto
serra; significano aumento delle temperature locali e globali; significano minore
biodiversità, impoverimento del suolo, dissesto idrogeologico, con conseguenti
frane, alluvioni e smottamenti del terreno. Le politiche per il futuro dovranno
necessariamente integrare ulteriori tutele per il verde se si vuole crescere in modo
sostenibile.
E dunque in questa giornata dobbiamo chiederci: può la piantumazione di un albero
avere un impatto significativo sull’oggi? Un solo albero può arginare i problemi
contemporanei?
Ebbene, forse no. Ma piantare un albero oggi con il coinvolgimento della
popolazione, della scuola, delle istituzioni può fare sì che domani se ne piantino 100
e dopodomani se ne piantino 1000: un albero oggi è in potenza una foresta domani.
Solo con la sensibilizzazione, quello che oggi è un simbolo, domani sarà un atto
rivoluzionario. Solo con la creazione di una cultura del verde, i giovani di oggi
saranno gli adulti consapevoli e critici del domani, in grado di tutelare il patrimonio
naturale del mondo e comprendere dunque che allora un albero non è più solo un
albero, ma un albero è memoria; un albero è resistenza; un albero è casa; un albero
è speranza; un albero è futuro; e infine, un albero è anche e soprattutto vita.
Non uccidete il mare,
la libellula, il vento.
Non soffocate il lamento
(il canto!) del lamantino.
Il galagone, il pino:
anche di questo è fatto
l’uomo. E chi per profitto vile
fulmina un pesce, un fiume,
non fatelo cavaliere
del lavoro. L’amore
finisce dove finisce l’erba
e l’acqua muore. Dove
sparendo la foresta
e l’aria verde, chi resta
sospira nel sempre più vasto
paese guasto: Come
potrebbe tornare a essere bella,
scomparso l’uomo, la terra.
Versicoli quasi ecologici, Res amissa, 1991 (postuma)